Siamo partiti sabato scorso per passare due giorni e mezzo nella capitale magiara.
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Io a Buda! |
Girare, mangiare, migliorare la lingua io e sentirsi a casa lui, che vivere in un Paese straniero ragazzi miei è proprio una fatica e alcune volte la migliore cosa da fare è lasciarlo, per poi poter tornare a sopravviverci. Non abbiamo avuto molta fortuna. In quei due giorni e mezzo ne abbiamo presa di pioggia! Il sole si è visto per mezza giornata e allora siamo riusciti a goderci anche un giro di corsa a Margit-sziget, la conoscete no? L'isola nel Danubio.
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L'isola di Margherita nel bel mezzo del Danubio |
Abbiamo camminato e camminato per Pest in pianura e poi Buda in collina :-), preso le biciclette da un punto ad un altro della città, visto molto, mangiato zuppe, piatti di carne lui e formaggio cotto io. Abbiamo scovato un delizioso ristorante indiano.
Non so neanche come raccontarvi i primi secondi dopo esserci resi conto di cosa stava accadendo, un vetro a dividere noi dal nostro aereo e la signorina che ci diceva "Sajnos túl késö van nem engedhtem önöket felszállni", "Mi dispiace, troppo tardi, non possiamo farvi salire". Non ho capito niente, ci siamo guardati per alcuni secondi, io e il mio bello, increduli di quanto stesse accadendo, per la prima volta nella nostra vita stavamo perdendo l'aereo. Poi lui ha fatto la cosa più giusta da fare in quel momento, mi ha detto "dammi un bacio!" Le nostre labbra si sono sfiorate ci siamo presi per mano e diretti verso l'uscita abbiamo lasciato il cancello di imbarco, sapevamo, non era stata colpa di nessuno, semmai di tutte e due, non era il caso di litigare.
Gli attimi dopo sono stati di frenesia, decidere che fare, come risolvere la situazione, come riuscire a tornare in Svezia. Non sto qui a raccontarvi le diverse opzioni vi dico solo che alla fine è andata così: abbiamo comprato due biglietti per il volo della sera per Göteborg (Gotemburgo), abbiamo aspettato fino alla partenza, 19.10, lì all'aeroporto, seduti per più di sei ore sulla stessa panchina, per non perdere il posto, che si può perdere la poltrona anche non andando a Roma :-), siamo rimasti all'aeroporto per essere sicuri di non fare tardi. Ho guardato per più di sei ore le persone passare e mi sono chiesta per tutto il tempo come fosse potuto accadere, a me?? Che ho sempre il controllo della situazione, almeno quando si viaggia, quasi incredula. Ci siamo imbarcati sul volo, dopo due ore eravamo a Göteborg. Abbiamo preso l'autobus che dall'aeroporto portava alla stazione dei treni. Verso le 22 eravamo in stazione. Treni diretti verso sud non ce ne erano. Abbiamo aspettato il pullman delle 1.45 della notte che diretto a Köpenhamn (Copenaghen) fermava anche a Malmö. Abbiamo aspettato in una sala d'attesa (semi gelata) il nostro pullman. All'una meno dieci sono arrivati i vigilanti e ci hanno comunicato che la sala d'attesa avrebbe chiuso all'una!!! Gli ultimi 45 minuti avremmo dovuto passarli al gelo. Il mio bello accenna una reazione verbale, resto in silenzio, io, ero troppo stanca! Non mi sembrava il caso di mettersi a litigare con i vigilanti, eravamo stanchi ed infreddoliti, avrebbero chiuso la sala di attesa qualunque cosa il mio bello avesse detto, la sua reazione era solo una reazione per la stanchezza. Usciamo, comincio a battere i denti dal freddo, dalla stanchezza, dalla domanda perchéééé, non riesco a fermare il movimento della mandibola, metto un fazzoletto di stoffa tra i denti per evitare che si rompino, ci incamminiamo verso una paninoteca che ci avevano detto essere aperta tutta la notte. Ordino un te caldo, non lo bevo, sia mai che durante il viaggio in pullman mi scappi anche la pipì, lo tengo tra le mani per scaldarmi. Ci avviamo di nuovo verso la stazione e alle 1.45 il pullman parte. Tre ore e venti minuti dopo siamo a Malmö, sono le cinque e qualche minuto del mattino, nevica, nevica come non dovrebbe fare in questo periodo, scendiamo dal pullman ed aspettiamo l'autobus che ci porterà all'aeroporto di Malmö, dove il nostro viaggio era cominciato, dove saremmo dovuti atterrare se non avessimo perso l'aereo, dove avevamo parcheggiato la macchina! La macchina appunto! Con la mente offuscata comincio a realizzare, tempesta di neve, macchina con ruote estive, sistema di riscaldamento rotto, mi sa tanto che la parte peggiore di questo viaggio di ritorno doveva ancora cominciare! Arriva l'autobus, saliamo e dopo 40 minuti siamo all'aeroporto. Sono circa le sei del mattino, è da circa 22 ore che siamo in viaggio, non è ancora finita! Camminiamo fino al pargheggio. La macchina è lì, la tempesta di neve si fa ancora più forte. Sono circa 100 i chilometri che dividono l'aeroporto di Malmö da casa nostra. Ci sono volute più di due ore, due ore di tensione, stress, freddo e in alcuni momenti disperazione. Arriviamo a casa, scendiamo dalla macchina, alzo la mano, lui alza la sua e battiamo il cinque. Ce l'abbiamo fatta.
Veloce entro in casa, il termometro del salone mostra 17 gradi. Mi butto sotto la doccia, lavo i denti che non avevo lavato per tutto il giorno/notte. Metto su vestiti puliti. Prendo di nuovo la macchina, quella con le ruote estive, quella senza il riscaldamento, l'unica che abbiamo :-) e lentamente sotto la tempesta di neve mi dirigo verso l'appuntamento con l'igienista dentale. 9.40 lei spinge un pulsante e la poltrona nello studio si inclina, mi trovo distesa, ohhh quanto avrei voluto cadere in un sonno profondo....con i ferri nelle gengive la mia lunga giornata era appena cominciata, dopo sarei andata al lavoro....
...ragazzi, ditemi che anche voi, almeno una volta, avete perso qualcosa, che vi siete distratti, avete abbassato la guardia e qualcosa è sparito. Voglio credere che ci sia una ragione per quello che è successo, proprio a me! Forse sto capendo. Che poi sono sicura un giorno lo ricorderò con un sorriso :-) che c'è chi dei viaggi ricorda quello che ha visto mentre io per lo più ricordo le cose che mi sono successe, quello che ho vissuto, è sempre stato così. E poi ragazzi mica è da tutti perdere un aereo e io beh, io ci sono riuscita :-)!
No, non ti racconto di TUTTE le cose che ho perso perchè non c'è posto sufficiente. Invece dico che questo è il post di una scrittrice.Toccare la matita ha funzionato così in fretta ??
RispondiEliminaBello il bacio dopo aver perso l'aereo :-)
Io ho perso la macchina in un parcheggio e dopo ore a spiegare al custode quello che io pensavo fosse successo(macchina rubata per colpa sua) ho razionalizzato che quel giorno ero uscita con la macchina di mio marito parcheggiata poco distante.Non ci potevo credere che questa distrazione fosse successa proprio a me.Liquidiamo tutto dicendo vabbè può succedere? Ma si errare umanun est.valentina
RispondiEliminaChe bel post!!! Che nostalgia di Budapest!!! Mi hai fatto vedere anche cose che non avevo visto!... Ma noi, anche se avevamo più giorni a disposizione, non avevamo... le biciclette! Ma quella vacanza fu stupenda! L'aereo perso? Shock, rabbia, frustrazione, soldi spesi ma... a distanza di tempo... lo racconterete come un'avventura! E... da bambina, con mia madre (che l'aereo non l'aveva mai preso), mi arrabbiavo sempre perchè voleva arrivare alla stazione con tantissimo anticipo "perchè", diceva, "il treno non mi aspetta"! Però, da adulta, m'è capitato eccome di perdere il treno con grande arrrabbiatura (non bacio) del compagno di viaggio!!! - Sei stata una bravissima fotografa e... chissà che la matita non ti porti... fortuna! (-: Iliana.
RispondiEliminaHello! I love your photos of Budapest, I stayed there many times and I think it's beautiful city. You had a nice trip!
RispondiEliminaNadezda
Have a nice week!
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Noi abbiamo quasi perso il traghetto che dalla Grecia ci avrebbe riportati a casa e dico quasi poiché grazie ad un incontro fortuito con dei nostri amici, incontrati anche all'andata e che avevano i nostri stessi biglietti, ci siamo resi conto che il fatto che loro tornassero a casa e noi no non tornava tanto... quindi capita, eccome se capita!
RispondiEliminaStupende le foto, siamo stati a Budapest a Pasqua scorsa e ho amato questa città e i suoi abitanti al primo impatto: gentilissimi, umili, con un inglese perfettamente comprensibile e alla portata di tutti (dopo viaggi in cui era impossibile utilizzarlo a causa della chiusura mentale dei locali) anche perché, detto tra noi, l'ungherese lo capiscono solo loro :)
Mi mancano i mercati, ecco... una buona ragione per ritornarvi!
Un abbraccio!